Descrizione
Dai cannoli di Daverio alle spedizioni dei mille di Sgarbi, dai David censurati alle foto di Verdone, dalla Biennale di guerra di Tosatti alla Mela di Pistoletto e alla sua Venere incendiata, dal leone di Vezzoli all’abete di Penone, una cronaca ironica – e perciò serissima – di un’arte contemporanea che ha sovente ripudiato la sua funzione originaria trasformandosi in spettacolo; un’arte la cui ultima frontiera – come suggerisce la turca di Guglielmo Manenti in copertina, degna erede di America di Cattelan e di Fontana di Duchamp – è un Buco nero che, inghiottendo pensieri ed emozioni, ci lascia un senso di appiattimento disturbante. Quando ovviamente non nasconde, e per fortuna accade spesso, occasioni di stupore.
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