Descrizione
Declinato in studi che dagli anni Sessanta ad oggi hanno prodotto interessanti avanzamenti tematici, il Liberty italiano, dimensione localistica italiana del fenomeno europeo Art Nouveau, non smette di restituire suggestive sorprese. Ma errore sarebbe quello di considerare il floreale italiano e ancor di più quello siciliano della Scuola di Palermo di Ernesto Basile, periferico contributo del continente “Floreale”. Parafrasando Aby Warburg che sosteneva quanto Dio si celasse dentro il dettaglio, gli autori, ognuno da diversi ma collimanti punti di vista, sostengono che il Liberty “risieda” anch’esso nel dettaglio, in dettagli ferrosi e di pelle d’intonaco, in flussi fitomorfi scolpiti nel marmo o cesellati su maioliche e fregi materici, in un caleidoscopio che con Basile e i suoi epigoni riuscì a sostanziare l’incontro felice e identitario tra architettura e design, arti decorative e cosiddette arti maggiori lasciando sul territorio isolano e palermitano, nonostante l’oscura parentesi bulimica del sacco edilizio, centinaia di pietre miliari moderniste esse stesse fusioni iconiche tra dettaglio e grande scala. Da questi presupposti partono le analisi dei due autori nel tentativo di contribuire ad una narrazione tematica contemporanea e lineare alla portata di tutti i palati ma soprattutto del cittadino curioso e orgoglioso di un retaggio culturale che attraverso lo stile in voga tra moda e città nell’età felice dei Florio, diviene sempre più comune radice culturale di matrice antropologica, a oltre mezzo secolo dalle preziose intuizioni del Palermo Liberty di Gianni Pirrone.