Descrizione
Un testo intenso, intimo, familiare che vuol ripercorrere in modo assolutamente non retorico la vita di un uomo che ha creduto nelle istituzioni e per lo Stato ha dato la propria vita.
Un racconto che ci riporta in una Palermo, ma direi in una Sicilia, degli anni ’80, “gestita” dal potere mafioso, convinto del proprio ruolo di antistato, intrisa in ogni sua parte di “mafiosità e silenzi”.
C’è il senso dell’amicizia che lega Ninni Cassarà ai suoi uomini: Beppe Montana, Roberto Antiochia, Lillo Zucchetto, Natale Mondo; “i suoi ragazzi” che non lo hanno mai lasciato solo.
Il ricordo di Rocco Chinnici, suo maestro e di Francesco Accordino, l’allora capo della sezione omicidi, unico superstite di quel gruppo di fedelissimi che venne soprannominata “la sezione Pinkerton”.
C’è il condividere il rispetto dello Stato e il desiderio di sconfiggere la mafia, vista come l’offesa più grande per un uomo che indossa una divisa e il senso di solitudine per la consapevolezza di esser lasciato solo.
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